CONOSCERE E CONOSCERSI PER ESPERIENZA: L’APPROCCIO DEL CONSELING A INDIRIZZO FENOMENOLOGICO ESISTENZIALE NEI SEMINARI DI CRESCITA PERSONALE

conoscere e conoscersi per esperienza

L’approccio fenomenologico-esistenziale, mette al centro dell’attenzione l’esperienza che l’essere umano fa con il mondo e nel mondo, dove per mondo si intende la il mondo della vita fatta di persone, situazione e cose. Mentre l’epistemologia si occupa dei significati convenzionali, la fenomenologia si occupa del senso delle cose. L’esperienza è soggettiva e  non può essere impiantata o trapiantata negli altri. Ognuno di noi ha bisogno di fare le proprie esperienze. Il ruolo del counselor, anche nei seminari di crescita personale è quello di accompagnare il partecipante nella sua esperienza di apprendimento, senza interferire con i propri giudizi o pre- giudizi. L’approccio fenomenologico/esistenziale sottolinea che la conoscenza è soggettiva, basata sul sentire individuale, ossia sulla specificità di ogni sentire e sulla capacità di trasformare il sentire in esperienza, in apprendimento.

Ma, come può costruirsi un processo auto-conoscenza a partire dal sentire  personale?

Il sentire non è verificabile come giusto o sbagliato, è personale. Nell’approccio fenomenologico-esistenziale, il processo di auto-conoscenza si fonda sulla creazione di un contesto affettivo e di formazione in cui counselor  e partecipante sono individui con pari dignità, e partecipano insieme ad un processo di co- costruzione dell’apprendimento, di responsabilizzazione del processo di conoscenza, e, di conseguenza, di trasformazione di sé. E’ prima di tutto la relazione tra counselor e ogni partecipante e le differenze tra di loro che sostengono questo processo trasformativo e di apprendimento, in cui diventa centrale l’empatia, ossia la capacità di essere in contatto con il sentire dell’altro ed al tempo stesso con il proprio sentire, ma senza  confonderli mai e mantenendo il confine della relazione non da intendere come divisione ma come distinzione del sentire

Questo è il presupposto perché il partecipante possa conoscersi, imparare a stare in relazione con se stesso e con gli altri e contemporaneamente sviluppare il suo proprio stile  personale di abitare il mondo con il fine dell’appagamento.

L’esistenzialismo e la fenomenologia, inoltre, guardano all’essere della persona nel tempo, e sottolineano la singolarità e l’originalità dell’esperienza individuale e la responsabilità personale dell’individuo che costruisce il proprio progetto esistenziale e il proprio sapere.

Auto-conoscersi e apprendere un modo appagante di stare in relazione con l’alterità dovrebbe sempre avere come obiettivo comprendere meglio se stesso e gli altri nel proprio contesto di vita per creare modi di convivenza sempre più umani. Questo presuppone che i partecipanti sappiano per che cosa partecipano e i counselor per che cosa conducono e che i seminari vengano vissuti e compresi per quello che sono: una situazione interpersonale e non un centro elaborazione dati. Viene sollecitata la riflessione sul  proprio “volere” e sul proprio “fare”, non nel senso di una riflessione astratta ma di un insieme vissuto costituito di emozioni, valori e posizioni soggettive.

Il counselor esprime le sue potenzialità per essere autentico nel momento in cui invita il partecipante a sviluppare le proprie e non si nasconde dietro una maschera professionale o un atteggiamento di “neutrale” oggettività, anzi è  coinvolto e partecipe in prima persona, con i propri desideri, le proprie esperienze e le proprie emozioni. Nel suo lavoro sostiene ed incoraggia il partecipante a diventare responsabile per le sue scelte e le sue decisioni, in modo che il suo spazio d’azione aumenti invece di restringersi. L’individuo, così, con il sostegno e l’incoraggiamento del counselor-conduttore, sviluppa le proprie capacità e impara a realizzare se stesso ed i suoi obiettivi, diventando consapevole sia dei

fenomeni di rigetto che di quelli di adattamento; impara in definitiva a riconoscere la differenza tra la manipolazione, da un lato, e le azioni responsabili, dall’altro. Il couselor non si occupa più di come motivare gli i partecipanti, ma stimola e cerca le loro motivazioni e coinvolgimenti e da questi parte, riparte dal piacere d’imparare che è innato in ogni essere umano.

 Il costruttivismo può chiarire meglio ciò che intendo: da punto di vista costruttivista, infatti, l’uomo è –  compulsivamente/coattivamente – libero, e l’apprendimento è un processo costruttivo attivo dell’individuo che ha luogo in un sistema autopoietico e autoreferenziale, ossia nel suo cervello. Nel corso dell’apprendimento il cervello elabora le proprie soggettive realtà in un processo auto- organizzato  .

Se la conoscenza, sempre da un punto di vista costruttivista, è legata al contesto e all’attività dell’individuo, non esiste un modo unico e universalmente giusto per fare conoscenza, dunque non esistono procedure di conduzione fisse, meccaniche e standardizzate. L’approccio costruttivista offre piuttosto al counselor una struttura teorica da cui ricavare alcune importanti indicazioni sul senso dell’apprendere, sul cosa proporre e come farlo e su cosa è opportuno  evitare.

Bisogna, però, ridisegnare la figura professionale del docente-conduttore che smette di essere il centro dell’attenzione, per diventare un facilitatore e un garante che offre ad ogni partecipanti gli strumenti per permettergli di realizzare la propria realtà di auto-conoscenza

Così “l’istruzione non è causa dell’apprendimento, essa crea un contesto in cui l’apprendimento prende posto come fa in altri contesti” (Wenger, 1998, p. 266), quali la famiglia o il gruppo dei pari.

Non è il counselor-conduttore a determinare meccanicamente l’apprendimento dell’autoconoscenza, ma questo è un processo continuo e pervasivo, in cui la guida e il sostegno attraverso l’insegnamento di alcune nozioni teoriche si pone come una delle tante risorse possibili. Ciò significa dare priorità all’apprendimento rispetto all’insegnamento di sterili teorie epistemologiche; guardare all’insegnamento come un’eventuale mappa come offerta e riconoscere che l’apprendimento è una costruzione individuale del partecipante, ovvero del vero territorio.

Tale costruzione diventa prioritaria rispetto al moralismo dell’istruzione e dell’informazione.

In altre parole, presupposto perché couselor-conduttore possa svolgere efficacemente e consapevolmente la sua funzione, è il riconoscimento da parte sua dell’illusorietà di un rapporto diretto e causale tra insegnamento e apprendimento, che diventa una risposta, possibile ma non predeterminabile e pianificabile, alle finalità di apprendimento del  setting che il counselor-conduttore stesso ha predisposto. Infatti, ciò che il couselor-conduttore dice e propone, viene sempre e comunque interpretato dal partecipante e le interpretazioni quasi mai coincidono con quello che si voleva trasmettere, in quanto il significato viene ricostruito a partire dalle conoscenze pregresse e dagli scopi personali.

 In quest’ottica la lezione tradizionale lascia spazio al seminario esperienziale ovvero alla possibilità, per chi apprende, di fare esperienza diretta, manipolando gli oggetti di informazione e costruendone di nuovi,  utilizzando e decostruendo liberamente.

E’ importante avere la consapevolezza e assumersi la responsabilità del fatto che qualsiasi cosa si percepisce è, come abbiamo visto, influenzata e resa   possibile dall’intenzionalità del soggetto, ossia dipende da una sua costruzione interna, dunque diventa occasione e non causa di apprendimento.

E’ infatti frequente che, durante un seminario esperienziale o un’attività di osservazione, i partecipanti  non sappiano letteralmente cosa guardare; ciò che per il counselor-conduttore è della massima evidenza, resta per i partecipanti confuso in uno sfondo di stimoli che potrebbero avere tutti la stessa importanza.

Tuttavia, ogni essere umano non è mai privo di idee o di spiegazioni sui diversi argomenti che affronta per esempio a scuola. Al contrario, ognuno sviluppa precocemente personali “teorie ingenue” sulla realtà, utiliz zate come  cornici interpretative, come modelli di spiegazione validi fino a che non saranno smentiti; sono questi modelli mentali fortemente strutturati e che si modificano a fatica. L’apprendimento per esperienza allora, diventa un processo di graduale modificazione e ristrutturazione di tali schemi rappresentativi, e delle strutture cognitive che si rivelano  inadeguate alle nuove situazioni. Il counselor-conduttore fornisce, rispettando sempre il campo di coscienza del partecipante, assistenza e facilitazione nella rielaborazione dell’esperienza individuale che resta, comunque, responsabilità del partecipante.

Le teorie ingenue hanno infatti quasi sempre qualcosa di valido e di egoicamente funzionale nel quotidiano; per economicità cognitiva sono difficili da sostituire con quelle fornite da esperti nella relazione fenomenologica e di cui non è altrettanto evidente la viabilità; è quindi necessario porre i partecipanti in condizione di scoprire liberamente dove la teoria ingenua è a lui disfunzionale e dove è necessario modificarla e integrarla alle conoscenze pregresse.

DINAMICA DI GRUPPO COME METODO DI AZIONE- IL SENSO DEL LAVORO DI GRUPPO

Gruppo-Persone

DINAMICA DI GRUPPO COME METODO DI AZIONE

Fu LEWIN a gettare le basi della  dinamica di gruppo studiando i processi del mutamento di opinione e  i “climi sperimentali”  e con la messa a punto del “metodo dei casi” sfruttando la riunione-discussione in piccoli gruppi: la ricerca tutti insieme della problematica del “caso”, per effetto della partecipazione e delle interazioni, giungeva non solo a una migliore acquisizione di conoscenze ma anche a una modificazione degli atteggiamenti personali nei partecipanti, nel senso di una maggiore obiettività e di una migliore socializzazione, capacità di comunicare e di cooperare con gli altri.

Il valore terapeutico della partecipazione a dei gruppi era stato già messo in luce agli inizi del XX secolo da Moreno: nell’interpretazione dei ruoli e nello psicodramma (gruppi di espressione) il mutamento personale, inteso come maggiore adattabilità, era ottenuto sia attraverso la dissoluzione di atteggiamenti personali stereotipati (carattere, copione, personaggio) legati ad una falsa percezione del sé, degli altri e delle relazioni interpersonali, sia attraverso lo svilupparsi di una nuova spontaneità.

RAGIONANDO DEL GRUPPO

Nell’estate del 1946 a New Britain, durante una sessione che mirava a valutare ipotesi riguardanti i comportamenti e i mutamenti di comportamento (tre gruppi di dieci partecipanti più gli animatori ufficiali del gruppo e gli osservatori), per puro caso, durante una riunione con animatori e osservatori, abitanti in loco chiesero di poter partecipare come osservatori volontari, con l’approvazione di Kurt Lewin.

L’effetto dei partecipanti del sentire la descrizione dei loro comportamenti da parte degli animatori e le relazioni degli osservatori volontari (sollecitate anche stavolta da Lewin), fu elettrico, tanto che le prime sedute dopo il fatto si prolungarono fino a giungere a tre ore: i membri di un gruppo, quando vengono obiettivamente messi a confronto con dei dati riguardanti il loro comportamento e i suoi effetti … possono completare in modo assolutamente significativo la loro informazione sulla conoscenza di sé, sugli atteggiamenti di risposta degli altri nei loro confronti, sul comportamento del gruppo e sullo sviluppo dei gruppi in generale (LEWIN 1946).

Nacque allora l’idea dell’analisi del qui e ora che riguarda i comportamenti del gruppo. Concentrarsi sull’hic et nunc significa sostenere i partecipanti a riflettere sui loro comportamenti effettivi nel quadro dell’attuale esperienza comune; il qui e ora è dunque l’esperienza in ciò che essa ha di fatto, di vissuto, di diretto, di non concettualizzato.

L’applicazione del qui e ora costringe senza costringere a distogliere l’attenzione dagli oggetti abituali capovolgendo le abitudini della riflessione – esiste una sorta di disgelo, di non condizionamento; costringe a rendersi conto della distanza tra il reale da una  parte e l’idea, il concetto, che c’è dall’altra; induce a rendersi conto dell’importanza della retroazione, o feedback, ossia il ritorno a noi del nostro messaggio e delle sue conseguenze – “se voglio fare lo spiritoso e gli altri vedono il mio comportamento come un’espressione di aggressività, devo considerare il mio modo di scherzare come una forma di aggressività”

Il gruppo in tal senso realizza le condizioni per un nuovo tirocinio, qualunque esso sia, per il raggiungimento di un obiettivo fenomenologico e pedagogico rivoluzionario quale IMPARARE AD IMPARARE: non insegnare autoritariamente qualcosa o ricevere passivamente delle conoscenze.

MUTAMENTO PERSONALE E SOCIALE

La dinamica dei gruppi cerca di operare un mutamento degli individui  soggettivo e sostenibile in vista di una maggiore ad attività – se ci soffermiamo a pensarci, nella nostra vita l’attività di adattamento realista è bloccata così come la possibilità di vera comunicazione. Abbiamo “categorie” a priori di giudicare, di pensare, di sentire che distorcono e impoveriscono la percezione del presente e condannano il soggetto, a sua insaputa, a vivere una RIPETIZIONE PERMANENTE (IL COPIONE; IL PERSONAGGIO) Ciò fa sì che il reale sia sostituito con le idee  che il soggetto si è fatto. Porre il soggetto in una situazione tale da rendere possibile una sua presa di coscienza è il principio comune della cura psicoanalitica e del gruppo come applicazione della dinamica dei gruppi.

La dinamica di gruppo parte da una concezione nuova della personalità andando al di là della persona come soggetto isolato, rifiutandosi di considerare l’individuo al di fuori del gruppo e quindi considerandolo sempre come soggetto nel mondo – la personalità si sviluppa nel gruppo, nei rapporti con gli altri. In tal senso la dinamica di gruppo è portata a contemplare la possibilità di estendere il mutamento a tutta la società. Nel parlare dei processi di mutamento al livello individuale e al livello delle organizzazioni sociali, bisogna anzitutto menzionare la presa di coscienza, intesa come:

  • confronto tra le nostre categorie di pensiero e i nostri atteggiamenti e la nostra esperienza in ciò che essa ha di immediato, constatato, al livello della vita personale vissuta;
  • constatazione di ciò che può esservi di disfunzionale, nelle nostre categorie e nei nostri atteggiamenti a priori;
  • delucidazione di queste categorie, loro presa di coscienza così come quella degli atteggiamenti e sviluppo della riflessione – rendersi conto di qualcosa di cui fino ad allora non ci si era accorti provoca un immediato mutamento di significati e atteggiamenti aprendo a nuovi orizzonti di senso
  • la scoperta del reale “nuovo”, liberato dalla sua concettualizzazione automatica, a priori e cronica, che ci impediva la percezione al presente (percezione “ingenua e automatica”);
  • il mutamento di orientamento della coscienza che, libera dalla schiavitù del passato può, grazie al presente ritrovato, pensare al futuro.

Questa presa di coscienza avviene nel gruppo e, in particolare, proprio dall’essere – in – gruppo:

I fattori psicologici del mutamento provengono dalla scoperta negli altri di atteggiamenti sociali diversi dai nostri, di cui non avevamo idea o ritenevamo impossibili; dalla scoperta dell’altro come tale, con i suoi problemi soggettivi reali come i nostri ma diversi; dalla scoperta degli scambi e delle idee che essi possono far sorgere; dalla scoperta dell’immagine di sé vista dagli altri, cosa che determina una nuova coscienza di sé; dalla scoperta che si può cooperare senza dover per forza raccontare la nostra vita.

I fattori sociologici del mutamento provengono dal gruppo che esercita tre tipi di influenza: l’influenza delle interazioni; l’influenza della pressione del gruppo – che si esercita nel senso di una integrazione dei suoi membri e che traduce l’esigenza di partecipazione e di co-responsabilità; l’influenza  dei ruoli e del tirocinio del mutamento di ruolo.

Ovviamente avremo precise direzioni e ripercussioni del mutamento che possiamo ritrovare al “livello dell’Io”, al livello del “ruolo sociale” e al livello delle “organizzazioni sociali”.

Livello dell’Io:

1)         aumento della consapevolezza dei nostri sentimenti e delle nostre reazioni;

2)         aumento della consapevolezza dei sentimenti e delle reazioni degli altri e loro effetti su noi;

3)         mutamento di atteggiamenti verso se stessi, verso gli latri, verso il gruppo come tale;

4)         miglioramento del proprio savoir faire nelle relazioni umane, in vista di stabilire relazioni più efficaci e soddisfacenti.

Livello del ruolo sociale:

1)         maggiore consapevolezza del nostro ruolo sociale e della nostra responsabilità nei processi di mutamento a livello personale, di gruppo e dell’organismo sociale in generale;

2)        mutamento di atteggiamento verso il nostro ruolo, il ruolo degli altri, le relazioni sociali nell’ambito del nostro organismo socio-professionale – per una migliore collaborazione;

3)         mutamento di atteggiamento nel metabolizzare ed affrontare le relazioni funzionali con superiori, subordinati, ecc. – dunque, in generale, miglioramento del saper fare.

Livello delle organizzazioni sociali.

1)         maggiore consapevolezza del valore della dinamica dei gruppi;

2)         maggiore consapevolezza dei problemi di organizzazione negli organismi sociali in generale;

3)         mutamento di atteggiamento nell’affrontare i problemi di organizzazione e miglioramento del proprio “saper fare” nella risoluzione di tali problemi dopo aver imparato a “saper essere”

4)         miglioramento dell’efficacia degli organismi sociali ad opera dei piccoli gruppi in seno a tali organismi.

Da quanto sopra espresso, tre sono i valori che emergono della dinamica dei gruppi:

CONOSCENZA,LIBERTA’, RISPETTO DI SE STESSI E DEGLI ALTRI

9 PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE- SEMINARIO ESPERIENZIALE INTENSIVO- 6/7 dicembre 2014 Via montelungo 8/b Como

VI SIETE MAI TROVATI NELLA VOSTRA VITA IN SITUAZIONI IN CUI AVETE PENSATO E CREDUTO FORTEMENTE CHE NON CI FOSSE UNA VIA DI USCITA?

VI SIETE MAI CHIESTI: “perché finisco sempre nelle stesse situazioni? Perché mi sembra sempre di fare gli stessi errori?”

NON SONO ERRORI, e la mancanza di vie di uscita è una dispercezione legata al proprio CARATTERE

Avere un carattere è come avere un castello a disposizione e abitare solo una delle sue stanze e guardare le cose sempre e solo da una finestra, da un solo punto di vista.
La vita di ognuno di noi, le nostre biografie uniche e irripetibili, la famiglia, la scuola, l’ambiente in cui siamo cresciuti ci ha addestrato fin da bambini ad diventare un solo personaggio che si muove nella vita mettendo in scena, spesso inconsapevolmente, sempre il solito copione.
Il nostro carattere è la nostra specializzazione ed è proprio per questo che non coincide con noi, ma con un’ immagine riflessa di noi nella quale ci identifichiamo che è fatta di comportamenti, di atteggiamenti, di automatismi acquisiti con il fine della sopravvivenza.
Il problema è che ogni giorno giudichiamo e veniamo giudicati attraverso giudizi di qualità sui nostri comportamenti, sulle nostre dinamiche relazionali e non per ciò che siamo davvero. Succede ovunque, in famiglia, al lavoro, con gli amici, nelle relazioni di coppia.
Ciò che non ci è mai stato detto è non ci sono caratteri belli o brutti, non ci sono caratteri migliori o peggiori come spesso le persone ci vogliono far credere, ci sono solo caratteri che ci hanno garantito la sopravvivenza.

Faremo un VIAGGIO INSIEME, utilizzando L’ENNEAGRAMMA come mappa per orientarci come fosse una cartina geografica da non confondere con il paesaggio.
“Darci” un numero sarà una formalità, l’importante sarà vedersi e riconoscersi.

SARÀ COME FARE UN VIAGGIO DENTRO E FUORI DI SÈ

Ognuno dei partecipanti verrà sostenuto da Michela De Mattio e Stefania Borroni nel riconoscere il personaggio con il quale domina il palcoscenico della sua vita. Poi ognuno farà un viaggio dietro le quinte, seguendo il ritmo del suo passo, per scoprire gli altri personaggi e iniziare a familiarizzare con loro, per vedere se qualcosa di sé che non ha mai utilizzato può essergli utile per avere un ‘ esistenza più appagante.
Non si tratta di destrutturare il proprio carattere ma di conoscerne i vizi e le virtù al fine di utilizzarli al meglio, si tratta di disinvestire un po’ di energia nel proprio personaggio per incarnarne anche altri.

COSA VI PORTERETE A CASA?

-Il viaggio ha il fine di aiutare ognuno dei partecipanti a trovare se stesso, l’AUTORE che ognuno di noi è, il fine è uscire dal seminario e tornare nella propria vita con un sguardo diverso, con uno sguardo aperto sul mondo, con in tasca nuove possibilità da sperimentare.

-Il fine è uscire dalla prigione della propria stanza che sebbene ci dà sicurezza a volte ci ingabbia e girare liberi nel castello, quel castello che ognuno di noi è.

-L’obiettivo è migliorare il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.

A TUTTI I PARTECIPANTI VERRÀ RILASCIATO UN CERTIFICATO DI PARTECIPAZIONE NOMINALE.

Conduttori del seminario
Dr. Michela De Mattio: Counselor Professionista a indirizzo Fenomenologico Esistenziale- Medico Specialista in Medicina Interna.

Dott. Stefania Borroni: Naturopata dell’istituto Riza di Milano, Counselor a indirizzo Fenomenologico Esistenziale in formazione, Architetto

IL SEMINARIO SI TERRÀ PRESSO LA SEDE DI COOPATTIVAMENTE IN VIA MONTELUNGO 8/b a Como
SABATO 6 Dicembre 2014 dalle h 14:00 alle h 20:00 e Domenica 7 Dicembre 2014 dalle h 09:30 alle h 19:30

Il costo del seminario è di 185 euro
ci sono ancora posti liberi
Per iscrizioni informazioni, domande, delucidazioni scrivere alla mail
michelademattio@gmail.com
borronistefania@tin.it
o alla mail dell’associazione absinto.ass@gmail.com

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INAUGURAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE Absinto APS e PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO INTENSIVO ESPERIENZIALE ” 9 PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE”

Domenica 23 Novembre alle h 18:00 in via Montelungo 8/b a Como presso lo Spazio Mab si terrà l’ Inaugurazione dell’Associazione Absinto APS 

Absinto

Sonia Lucchini,

membro del direttivo, Naturopata diplomata presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano e Counselor professionale ad indirizzo fenomenologico esistenziale riconosciuto dall’Ente di certificazione A.pro.co, Theta Healer e Consulente Aurasoma specializzata in Kinesiologia Applicata, Riflessologia Plantare, Erboristeria,Fiori di Bach, Floriterapia Australiana, Massaggio Olistico, Terapia Auricolare

presenterà

Il direttivo dell’ Associazione

Etica e Progettualità dell’Associazione

Il programma  di Absinto dell’Anno 2014-2015

A seguire la Presentazione del Seminario Intensivo Esperienziale “9 PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE”  che si terrà in data 6-7 Dicembre 2014 e sarà co-condotto da:

dr.Michela De Mattio, Counselor a indirizzo Fenomenologico Esistenziale riconosciuto dall’Ente di certificazione A.pro.co, Medico Specialista in Medicina interna

dott. Stefania Borroni, Naturopata dell’istituto Riza di Milano, Counselor in formazione a indirizzo Fenomenologico Esistenziale, Architetto

Vi aspettiamo numerosi

Seguirà un piccolo buffet

DOMENICA 23 NOVEMBRE DALLE ORE 18:00 ALLE ORE 20 PRESSO SPAZIO MAB VIA MONTELUNGO 1B COMO

SEMINARIO ESPERIENZIALE INTENSIVO

CHI E’ IL NATUROPATA

IL NATUROPATA
Il Naturopata è un terapeuta, un operatore professionista del benessere che utilizza tecniche e terapie naturali al fine di migliorare lo stato di salute e la qualità della vita delle persone.
È una figura professionale riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che utilizza le più efficaci metodiche olistiche valutando, di volta in volta, quale sia la più idonea.
Il Naturopata considera la persona nella sua globalità (corpo, mente, emozioni), ricostruisce la sua storia, indaga sulle diverse cause che hanno determinato lo squilibrio psico-fisico e di conseguenza l’insorgere del disturbo.
Stimola la capacità di guarigione e di autoconsapevolezza.
Il Naturopata utilizza varie tecniche ed il colloquio per individuare la tipologia della persona, le sue tendenze, le predisposizioni costituzionali e i suoi squilibri energetici.
Il Naturopata consiglia un corretto stile alimentare, esercizi e tecniche di rilassamento e di respirazione, integratori alimentari, prodotti fitoterapici, rimedi floreali, oli essenziali per uso esterno, visualizzazioni curative, meditazioni.
Il Naturopata pone la persona, con tutta la sua ricchezza interiore, al centro dell’attenzione e non solo il sui corpo o una sua parte.
Il suo campo d’azione si fonde con quello del medico, per far si che la Naturopatia possa arrivare là dove la medicina non riesce e viceversa.
Infatti il Naturopata riconosce i sintomi delle patologie di competenza medico oppure psicologica e, se necessario, indirizza il paziente verso altri specialisti per gli opportuni approfondimenti diagnostici o terapeutici.

Il Naturopata quindi :

– Stimola la conoscenza introspettiva della persona
– Suggerisce gli interventi più idonei, spiegandone bene i motivi e i meccanismi, per motivare il paziente nel proseguimento della terapia.
– Funge da sostegno psicologico
– Sceglie tra le discipline del sui bagaglio multidisciplinare quella che meglio si adatta a interagire con lo stato della persona in termini di efficacia e di tempestività.
– Aiuta il malato a reagire e a collaborare, lo educa all’ascolto del proprio corpo e dei segnali che esso invia.

CHIUNQUE DESIDERI STAR BENE IN MODO NATURALE PUÒ RIVOLGERSI AD UN NATUROPATA

La Naturopatia è indicata in ogni situazione e assolutamente compatibile con le cure mediche in corso.

La Naturopatia può essere di aiuto :

– In problematiche da stress ( tensioni fisiche e psichiche, ansia, disturbi dell’umore, attacchi di panico, angoscia, disturbi del sonno, fobie, palpitazioni)
– Disturbi digestivi e intestinali
– Per ritrovare il giusto peso
– Difficoltà a dimagrire, a seguire una sana alimentazione e per la fame nervosa
– Negli squilibri del ciclo mestruale e in altri disordini femminili come la menopausa
– Contro gli inestetismi della cellulite e la ritenzione idrica
– Negli squilibri metabolici e ormonali
– Nella stanchezza cronica
– Emicrania
– Disturbi cutanei
– A sostegno delle terapie mediche

RISTRUTTURARE CASA SENZA DIMENTICARSI DI SE’

Ristrutturare casa senza dimenticarsi di sè

Consulenze Personalizzate rivolte a chi è in procinto di ristrutturare casa e vuole essere il vero Protagonista e non un semplice Spettatore.

Un approccio diverso alla progettazione dove gli spazi assumono un senso al di la della loro funzione.

 

Si tratta di un percorso di co-costruzione dove vi verranno forniti gli strumenti per realizzare la vostra casa per come la immaginate e la desiderate.

Alla fine del percorso vi verrà rilasciata  una planimetria o più planimetrie frutto del lavoro svolto.

“Sentirsi a casa”

non significa solo abitarci fisicamente, significa soprattutto sentire di farne parte,

significa ritrovare negli spazi che abitiamo qualcosa che ci abita dentro.

La soggettività non va messa in un angolo a favore di altri parametri che spesso non ci appartengono, o che ci vengono imposti dall’esterno solo perché alla moda o di tendenza.

Si tratta di realizzare la nostra casa per come la desideriamo, per come crediamo sia meglio per noi, e di poterla vivere non come un qualcosa di asettico e di sconosciuto ma come uno spazio a noi familiare, appartenente, che ci permetta di vivere in serenità e in pieno benessere.

A completamento della “vostra” progettazione vi verranno fornite, se richieste, nozioni e linee guida di Cromoterapia, che si basa sui benefici dei diversi colori su corpo e psiche e di Feng  Shui, che insegna come scegliere e plasmare gli spazi in modo da generare nel corpo e nella mente reazioni utili e benefiche, evitando quelle dannose o disturbanti.

Il fine è quello di ristrutturare o strutturare la propria casa in modo da generare degli spazi che forniscano  energia positiva e vitalità a chi vi abita. Si tratta, quindi, di ottimizzare l’ambiente  per aumentare o cambiare la propria qualità di vita

” … Sistemare la casa è guadagnare il benessere fisico ed emotivo. Disporre al meglio l’ambiente è disporre al meglio noi stessi

Feng Shui è l’equilibrio fra l’energia, spirito, cuore e mente.

Ogni giorno riceviamo e forniamo energia, incessantemente:

se riusciamo a regolare tali flussi possiamo armonizzare la nostra Energia con quella del Cosmo.

Quello che facciamo creando spazi, spostando oggetti nella nostra casa, inserendo cose nuove o gettando le vecchie, si riflette sul nostro spirito.

Perché ciò che è fuori è dentro.

Dobbiamo incoraggiare l’energia positiva ad entrare nella nostra casa

e tentare di allontanare la negativa.

L’arte necessaria a tal fine è il Feng Shui.

Occorre saper disporre, occorre creare armonia…”

Miao Yin

Le consulenze verranno effettuate da Borroni Stefania Architetto, Naturopata dell’ Istituto Riza di Milano e Counsellor in formazione a indirizzo Fenomenologico Esistenziale.

Per informazioni e consulenze scrivere a:

borronistefania@tin.it

oppure direttamente alla segreteria dell’associazione:

absinto.ass@gmail.com

SANO E BUONO. LABORATORIO TEORICO-ESPERIENZIALE DI CUCINA . SALUTE, ESTETICA E CONVIVIALITA’

DOMENICA 9 NOVEMBRE HA AVUTO LUOGO, A VARALLO, IL  LABORATORIO TEORICO-ESPERIENZIALE CONDOTTO DALLE NATUROPATE: MAGDA VIVAN E STEFANIA BORRONI  

EDUCARSI AL PROPRIO GUSTO

PRENDERSI CURA DI SE’ E’ ANCHE PRENDERSI CURA DI COSA E DI COME MANGIAMO

«Il gusto, questo senso, questa capacità di distinguere i nostri
alimenti, ha dato origine in tutte le lingue conosciute all’uso
metaforico del termine gusto, per designare la capacità di
avvertire le bellezze e le imperfezioni in tutte le arti […]. Ci sono
grandi paesi in cui questo gusto è sconosciuto: sono quelli in
cui la società non si è perfezionata, ove gli uomini e le donne
non si riuniscono insieme, dove certe arti come la scultura e la
pittura di esseri viventi sono vietate dalla religione. Dove la vita
di società langue, lo spirito si isterilisce e le sue finezze si
smussano, non c’è modo di educare il gusto». Voltaire

al lavoro! crepes ai funghi (1) IMG_2690 impasto per il pane alla zucca Listener torta pere e cioccolato zucca duchessa

Il laboratorio si è svolto in prima mattinata

Magda Vivan e Stefania Borroni hanno sostenuto e aiutato i partecipanti nella preparazioni delle pietanze per le quali sono stati utilizzati unicamente prodotti naturali.

In seguito sono arrivati anche gli invitati.

Il pranzo si è svolto in atmosfera di gioia e convivialità.

Per avere informazioni sul laboratorio che può essere svolto anche al proprio domicilio, in occasione di un pranzo, di una cena o di un evento particolare  e per avere tutte le informazioni a  riguardo, scivere all’indirizzo email

borronistefania@tin.it, magvivan@gmail.com 

oppure la segreteria di absinto 

absinto.ass@gmail.com

9 PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE ( Per Informazioni e Iscrizioni scrivere all’indirizzo www.absinto.ass@gmail.com)

6-7 dicembre 2014

ABSINTO

SEMINARIO ESPERIENZIALE INTENSIVO

L’ENNEAGRAMMA
Il sistema dell‘Enneagramma è uno degli strumenti che lavora sulle personalità in maniera concreta e pragmatica occupandosi della normalità e dei comportamenti efficienti invece di attribuire falsi connotati patologici al carattere.
Il metodo utilizzato nel Seminario sarà quello di Claudio Naranjo, Medico, Psichiatra e Psicoterapeuta di origine Cilena che si occupa di antropologia della personalità da più di quarant’anni. E’ uno dei primi ad aver portato la Psicologia degli Enneatipi nel mondo come strumento di Autoconoscenza.
Oggi, l‘Enneagramma viene utilizzato da molte scuole diverse in modo manipolativo e grossolano, nel mondo del marketing e in quello aziendale come strumento di conoscenza per dominare gli altri creando molta disinformazione.
Claudio Naranjo, attraverso la sua Scuola SAT (Seek After The Truth),da anni ormai sta portando l‘Enneagramma nel mondo dell’educazione e della scuola, come qualcosa da utilizzare per vivere meglio, per essere liberi.
Liberi da che cosa? Liberi dalla propria personalità, dalle…

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